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"Art Night": Il viandante e la sua ombra


Giorgio De Chirico a Giulio Paolini: un passaggio di testimone nell’arte del Novecento in cui Giulio diventa il doppio di Giorgio e viceversa, mentre la metafisica dechirichiana diventa metafisica concettuale e per entrambi il quadro si trasforma in teatro.

         

Così, nel labirintico cortocircuito spaziale e temporale che unisce i due artisti, il tema comune del quadro nel quadro diventa immagine. Due grandi al centro del documentario Il viandante e la sua ombra di Gabriele e Raffaele Simongini, prodotto in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa De Chirico e con la Fondazione Maxxi, in onda alle 21;15 in prima visione su Rai 5 per Art Night con Neri Marcorè.

     

Cercatori di enigmi, de Giorgio De Chirico e Giulio Paolini sono uniti anche dalla Torino metafisica e da una presa di distanza dalla realtà per lasciar affiorare l’apparizione. La discendenza di Paolini da De Chirico è anche coincidenza di date e di temi, oltre che di città. Paolini a diciassette anni, nel 1958, a Torino, a Palazzo Carignano, assiste, stupito, a una conferenza in cui De Chirico attacca l’arte moderna. 

        

Un racconto in parallelo fatto di immagini di oggi e di immagini delle Teche Rai (di cui Giorgio De Chirico è protagonista, anche nell’intervista piena di ironia realizzata da Franco Simongini, padre degli autori del documentario) e che si svolge tra Torino, dove hanno iniziato ad intrecciarsi i destini di De Chirico e Paolini, e Roma, dove De Chirico ha vissuto stabilmente dal 1947 e dove Paolini ha tenuto la sua prima mostra personale nel 1964.

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