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"Di là dal fiume e tra gli alberi": Ferry Boat, Canale di Piombino


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Il Canale di Piombino è il braccio di mare tra l’Elba e la terra ferma. Ma non solo. E’ un luogo che rimanda a storie di uomini e di ferro iniziate tremila anni fa e mai concluse, e che Guido Morandini racconta nel documentario Ferry Boat, Canale di Piombino in onda domenica alle 22:15 su Rai 5 per la seconda stagione della serie Di là dal fiume e tra gli alberi.

Un viaggio in mare dentro i confini certi di un canale, scandito dall’attraversamento di traghetti, di vele, di navi cargo e pescherecci. Animato da pendolari che lo attraversano per raggiungere la scuola, gli uffici, l’ospedale, i mercati. Ognuno guarda l’altra sponda come la libertà o la costrizione, ma nessuno si può sottrarre alla bellezza dei tramonti che si addormentano dietro le isole dell’Arcipelago Toscano. Una corona perfetta stesa di fronte al promontorio che da Baratti raggiunge il Golfo di Follonica. Persone autentiche, vere, affilate come l’acciaio, modellate sul confine a ovest della penisola italica.

Piombino è un finale, ci si arriva con una digressione della Ferrovia Tirrenica o dell’Aurelia. Da qui si può solo ripartire. Sembra una nota metafora italiana: ricominciare. Ma da che cosa? Per cento anni un’industria pesante che ha dato benessere e problemi, cultura e inquinamento, oggi è in crisi. Non può essere abbandonata, ma servono vere alternative. Il mare potrebbe esserlo. Scendere a Piazza Bovio, protesa sul canale di fronte all’Elba, apre il cuore e fa sperare in una rinascita. Lo dice Cinzia, archeologa; lo dice Antonio, storico dell’arte; lo dice Milco, marmista; gli fa eco Andrea, pescatore.


Il desiderio degli studenti dell’Istituto Foresi di Portoferraio, invece, è diverso. Amano la loro terra, ma vedono il mare che circonda l’isola come un impedimento, un ostacolo liquido da superare per avere delle opportunità nella vita. Ma dentro difendono la loro identità elbana, e dicono: ritorneremo! E tutto si concluderà con le immagini della squadra di rugby elbana-piombinese: i Mascalzoni del Canale, e con un brano che The Blues Eaters, gruppo composto da Lavoratori, suonano sotto l’Afo 4, l’altoforno spento pochi anni fa e oggi simbolo di un’identità e di un orgoglio che non può essere cancellato.

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