"Di là dal fiume e tra gli alberi": La tuscia, sogni e favole
- Lorenzo Mainieri
- 6 dic 2020
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 17 set 2022

La Tuscia appare come un sogno, dentro un altro sogno. Un luogo di magia raccontato dal documentario di Giuseppe Sansonna Tuscia, sogni e favole, in onda alle 22:10 su Rai 5 per la seconda stagione della serie Di là dal fiume e tra gli alberi.
Stando a certe carte cinquecentesche, sono i figli di Noè, ritratto in abiti papali, a fondare Viterbo, da precursori del popolo etrusco. Anche i mostri di pietra di Bomarzo sono gli arcani frammenti di una mappa, sognata da Vicino Orsini, per orientarsi nella selva oscura dell’esistenza. Sospesi tra umano e divino, come le streghe che ancora sembrano volteggiare sul lago di Bolsena, inseguite con lo sguardo da pescatori e artisti. Per gli uni e per gli altri, il lago è sostentamento e ispirazione.
Pier Paolo Pasolini ritrovava, nella sua torre di Chia, il proprio Medio Evo interiore, vicino e lontanissimo da quello del Brancaleone di Mario Monicelli e Vittorio Gassman, girato in larga parte in una Tuscia non ancora contaminata dall’industrializzazione. Federico Fellini, invece, trasformò Viterbo nella Rimini vitellona dei suoi ricordi. Forse per capire la Tuscia, bisogna percorrerla a piedi, perdendosi nelle sue forre, in quegli anfratti che sembrano cambiare forma dopo ogni passo umano. Rimanendo identici a se stessi, da secoli.




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