"Speciale Tg1": Dalle Foibe all'esodo
- Lorenzo Mainieri
- 9 feb
- Tempo di lettura: 1 min

Il 10 Febbraio in Italia si celebra il Giorno del Ricordo, rivolto alle vittime delle foibe e alle decine di migliaia di esuli italiani costretti a lasciare l'Istria e la Dalmazia durante e dopo la fine della II Guerra Mondiale.
Il capitolo più tragico ha inizio nel 1943, in pieno conflitto. Dopo l'8 Settembre, sulle tensioni già esistenti tra slavi e italiani, acutizzate dalla politica fascista, il cosiddetto fascismo di confine, impatta la guerra con il suo carico di ferocia e brutalità, che coinvolge anche migliaia di civili. Nell'Ottobre del 1943, dalle foibe istriane, emerge una prima terribile prova dei massacri: dalla cavità di Vines, vengono estratti decine di corpi, in grande maggioranza italiani, uccisi nel modo più orrendo. È la prima ondata di foibe in un contesto di violente intimidazioni e persecuzioni.
Ne seguiranno altre, che spingeranno gli italiani a lasciare la terra e le case dove sono nati e vissuti. Ma come si giunge a tutto questo? Quali sono le tappe fondamentali di un'odissea che si concluderà solo alla metà degli Anni Cinquanta? A ripercorrerle, con l'aiuto di tre esperti della materia, e la consulenza dello storico Raoul Pupo, è una giovane storica, direttamente dai luoghi più rappresentativi del dramma giuliano-dalmata: da Trieste, snodo cruciale della vicenda, alle foibe di Vines e Basovizza, ai campi di accoglienza dove vengono sistemati, in condizioni spesso di estremo disagio, decine di migliaia di esuli. L'epilogo del racconto si svolge a Trieste, che torna italiana nel 1954.
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