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"Wonderland": Il mito di Los Angeles

Lorenzo Mainieri

Wonderland - Il mito di Los Angeles
Wonderland - Il mito di Los Angeles

Hollywood, la capitale del peccato, fu inventata da un ex ciabattino di alti ideali morali di nome Harvey Wilcox che aveva acquistato, nella zona a Nord-Est della città, una serie di terreni coltivati che pensò di rivendere in lotti edificabili, ipotizzando di crearvi una comunità modello dove sarebbero stati banditi l’alcol, il gioco d’azzardo e la prostituzione. Per pubblicizzare l’iniziativa piazzò, sulla collinetta prospicente l’area, una grande scritta alta quindici metri: Hollywoodland, la terra del bosco di agrifogli, apparentemente una licenza poetica visto che di agrifogli, da quelle parti, non se ne erano mai visti.

Sarà il giornalista e scrittore Claudio Castellacci con Patrizia Sanvitale a raccontare la Città degli Angeli ai microfoni di Wonderland, martedì alle 23:10 su Rai 4, in una puntata speciale interamente dedicata alla Los Angeles sedimentata nella cultura pop. Dalle Teche Rai si vedranno preziose e rare immagini della città tra gli Anni Sessanta e gli Anni Settanta con le voci di personaggi come Ray Bradbury, Arthur Miller e King Vidor. È da un paradosso, quindi, che nasce il mito di Los Angeles, quella città che di angelico ha ben poco nell’immaginario popolare, patria del lusso sfrenato, del culto della personalità, di gangster e divi del cinema. 


Vittima di spaventosi incendi che in questi giorni stanno trasformando in cenere quei simboli di Hollywood immaginati come indistruttibili, Los Angeles era destinata alla distruzione secondo Nostradamus, anche se la catastrofe predetta era per il 1988, e come una fenice si prepara ora a rinascere dalle ceneri. Claudio Castellacci si è contraddistinto nell’ambiente giornalistico italiano fin dagli Anni Settanta, quando fu tra i primi a utilizzare il termine mani pulite nell’omonimo libro del 1977. Corrispondente italiano de Il Corriere della Sera a Los Angeles tra gli Anni Ottanta e Novanta, ha avuto modo di vivere e studiare la città californiana in tutte le sue sfumature e contraddizioni, riportate nel suo libro più recente Los Angeles e le radici della cultura pop.

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